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Apr

25 Posti assolutamente da non perdere della Sicilia Occidentale, ogni giorno una meta nuova tutta da scoprire

Riserva Naturale della Foce del Belice

Un itinerario completo in 25 tappe per visitare la Sicilia Occidentale senza perdere nulla. Un viaggio alla scoperta delle province di Palermo, Trapani e Agrigento.

Oggi la ventesima tappa, RISERVA NATURALE DELLA FOCE DEL BELICE

Si estende fra Marinella di Selinunte ed il promontorio di Porto Palo, comprende il tratto terminale del fiume Belice e le vicine formazioni dunali costiere con aree periodicamente inondate dalle acque del mare. Si tratta di uno dei lembi residui, e perciò di importanza straordinaria, di quel paesaggio naturale che, in passato, doveva caratterizzare, quasi per intero, il litorale mediterraneo della Sicilia, tra i più belli dell'Isola.

Essa comprende ambienti diversi: le dune, la foce del fiume con la tipica vegetazione palustre e, nella parte più interna, la macchia mediterranea sempreverde.

In particolare, nel tratto di litorale dalle finissime sabbie che si estende tra Marinella di Selinunte e Porto Palo, siamo in presenza di un insieme naturalistico costituito da un sistema di dune costiere, alte sino a sei metri, che si estende per circa 5 km e si spinge, verso l'entroterra, anche per 70/80 metri e, quindi, di una zona fociale ricchissima di una vegetazione palustre ormai rara.

All'interno della Riserva del Belice, scorre uno dei fiumi più importanti della provincia di Trapani, il Fiume Belìce (dall'arabo Belich, nome di un castello che sorgeva probabilmente sulla confluenza tra il Belice destro e quello sinistro), che oltre ad essere il maggiore dei tre fiumi che bagnano il territorio selinuntino, è uno dei più grandi di tutta la Sicilia.

Un tempo il fiume Belice era navigabile per un lungo tratto ed infatti, fu per millenni una delle principali vie di comunicazione tra l'interno e la costa belicina. Tale funzione è evidenziata da una serie di insediamenti ritrovati lungo il suo percorso, che vanno dalla preistoria sino all'alto Medioevo.

In alcune aree depone ancora le uova la tartaruga “caretta caretta”.