Ragusa - L’impianto pilota su cui si stanno conducendo le prove di produzione è stato costruito a Ragusa, dove l’anidride carbonica estratta dai pozzi gestiti da Enimed insieme agli idrocarburi viene separata e inviata alla Centrale per le Energie Rinnovabili e distribuita in quattordici grandi cilindri trasparenti realizzati dalla Sun Algae Technology, una strartup austriaca ora acquistata da un gruppo italiano.
Guardando sul tetto scopriamo l’origine di quelle strane luci: grandi concentratori solari che ruotano lentamente inseguendo il Sole. Ciascuno di questi concentratori è costituito da migliaia di brillanti lenti di Fresnel che concentrano la luce solare su altrettante fibre ottiche che poi vengono convogliate nei cilindri sottostanti illuminando le alghe. Da qui il nome di fotobioreattori.
Con la luce del Sole concentrata proprio su di loro e l’anidride carbonica fossile che gorgoglia sotto di loro le alghe hanno tutto quello che serve per crescere e diventare sempre più numerose.
Una volta estratte dall’acqua, le alghe vengono essiccate formando una farina ricca di lipidi, da cui si estrae un olio che può essere inviato alle bioraffinerie di Eni al posto della alimentazione attuale costituita da olio di palma.
L’acqua, intanto, viene separata, purificata e reimmessa nei fotobioreattori dove crescerà la generazione successiva di microalghe.
Fonte: ragusanews.com