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L’anfiteatro romano di Catania: il secondo più grande di Italia

L’anfiteatro romano di Catania è uno dei simboli della città etnea, per dimensioni è il secondo monumento romano più grande dopo il Colosseo. E’ un esempio unico perchè realizzato in pietra lavica. Fu l’Etna, come sempre, ad avere un ruolo cruciale nella realizzazione dell’Anfiteatro: solo in parte era rivestito da marmo bianco. Giorgio Romeo, giornalista de La Stampa. l’ha definito come vero e proprio vero e proprio «Colosseo nero».  L’anfiteatro di Catania, infatti, è inoltre strutturalmente il più complesso degli anfiteatri dell’isola.

Venne costruito probabilmente nel II secolo, nel 300 a. C.,  ai margini settentrionali della città antica, a ridosso della collina Montevergine che ospitava il nucleo principale dell’abitato. La zona dove sorge infatti, che oggi fa parte del centro storico della città, in passato era adibita a necropoli. Esso è parte del Parco archeologico greco-romano di Catania. L’Anfiteatro nasceva, quasi come fossero tutt’uno, accanto all’antica collina. E’situato esattamente nel centro storico della città etnea, tra piazza S. Francesco, via Vittorio Emanuele, via Timeo e via Teatro greco. A est confina con un teatro minore, detto Odeon.

La sua elegante forma ellittica poteva contenere 15.000 spettatori. L’arena misurava un diametro maggiore di 70 m ed uno minore di circa 50 m. I diametri esterni erano di 125 x 105 m, mentre la circonferenza esterna era di 309 metri e la circonferenza dell’Arena di 192 metri. Aveva trentadue ordini di posti e la cavea presentava 14 gradoni. Era probabilmente prevista anche una copertura con grandi teli per il riparo dal forte sole o nel caso di pioggia. La cavea presentava 14 gradoni.

Oggi i resti sono parzialmente visibili da piazza Stesicoro, nel cuore della moderna Catania, e si dipanano lungo il sottosuolo.

Secondo la tradizione,  al suo interno si svolgevano le naumachie, vere battaglie navali con navi e combattimenti,  mediante l’antico acquedotto, riempito dalle abbondanti acque del fiume Amenano, ora sotterraneo.

 

Una leggenda narra che nel 252 D.C. una violenta eruzione dell’Etna abbia sfiorato l’Anfiteatro senza raggiungerlo, protetto dal velo di Sant’Agata martirizzata lì poco tempo prima.Quella spaventosa eruzione passò alla storia come la colata di Sant’Agata.

Il materiale lavico proprio del teatro, fu in parte impiegato per la costruzione di opere architettoniche di grande valore, fra cui la Cattedrale di Sant’Agata,  nelle colonne di granito grigio; il Castello Ursino di Federico II, le fondamenta della Chiesa di San Biagio, ecc.

Gli antichi scritti ci raccontano che, nel 1200 d.C. l’Anfiteatro Romano venne utilizzato come Gate dagliAngioini, tramite i suoi vari accessi, per entrare in città durante la guerra dei Vespri.

Nei secoli successivi l’Anfiteatro perse il fasto degli antichi splendori, i suoi ingressi furono murati, e fu completamente dimenticato.

Il terribile terremoto che colpì la Sicilia orientale nel 1693,  distrusse quasi completamente Catania, seppellendo l’Anfiteatro. L’edificio vide nuovamente la luce intorno al 18° secolo, grazie all’impegno e passione del Principe di Biscari, archeologo e mecenate italiano, che vi investì cospicue somme del proprio denaro, fu però un susseguirsi di riprese e di completi abbandoni tantoché, i suoi fornici furono adibiti a scarico dei pozzi neri degli splendidi palazzi barocchi che nel frattempo sorgevano in Città, decretando così l’inizio di una nuova epoca.

I lavori per riportarne alla luce i resti,  furono iniziati solo nel 1903 per volere del sindaco Giuseppe De Felice.

Sul finire del XIX secolo il proprietario del palazzo che si addossa all’adiacente odeon, il barone Sigona di Villermosa, fece abbattere l’ultimo fornice per ampliare il suo immobile. Questo increscioso avvenimento mobilitò la Soprintendenza alle Antichità per la Sicilia Orientale, all’epoca diretta da Paolo Orsi, che avviò una campagna di esproprio e liberazione delle antiche strutture mai del tutto completata. Da un primo sgombero della fine dell’Ottocento che interessò quasi esclusivamente l’odeon, si riprese solo negli anni cinquanta del XX secolo in misura massiccia l’opera di sgombero, interrotta dopo una ventina d’anni. Una campagna di scavo venne condotta nei primissimi anni ottanta. Dalla seconda metà degli anni novanta venne riaperto il cantiere di scavo, con un obbiettivo diverso da quello che aveva caratterizzato i lavori fin lì condotti. Il servizio per i Beni Archeologici della Soprintendenza BB. CC. AA. di Catania, sotto la direzione della dottoressa Maria Grazia Branciforti, ha infatti intrapreso una nuova serie di campagne di scavo, demolizione atto allo sgombero, rifunzionalizzazione e restauro di ciò che rimane ancora ingombrato del monumento con la finalità di conservare alcuni edifici rappresentativi del proprio periodo, sorti sul teatro e ritenuti utili testimoni della storia del monumento e della città successivi all’abbandono della funzione teatrale della struttura. Dagli anni settanta fu utilizzato per spettacoli estivi, ma questo utilizzo fu abbandonato dal 1998, quando gli fu preferito l’anfiteatro del Centro fieristico le Ciminiere.

Attualmente è quasi interamente visitabile. Con gli ultimi scavi degli anni 2014-2015, diretti da Fabrizio Nicoletti, è stato del tutto liberato l’atrio orientale con la facciata d’ingresso su piazza San Francesco, è stata restaurata la cavea, e, sul lato esterno nord, è stata messa in luce una sequenza stratigrafica di epoca neolitica ed eneolitica. Nel 2015 l’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali (Ibam) del Cnr ha condotto alcune indagini sul sito archeologico. L’impiego di nuove tecnologie e un lavoro multidisciplinare hanno consentito la realizzazione di una ricostruzione 3d dell’anfiteatro come si presentava in età imperiale. Guarda il video: https://youtu.be/KBy-SRxzRus.

Catania Living Lab  ha promosso interessanti iniziative per incrementare la sua fruizione: tra cui il tour «Ex Tenebris», o  «L’isola digitale».

Numerose sono le leggende sul mito del superbo Anfiteatro Romano di Catania il simbolo più prestigioso dell’antico passato della Città Etnea, che da secoli e secoli riposa all’ombra dell’ Etna.

L’anfiteatro è oggi aperto e visitabile solo parzialmente:

IndirizzoPiazza Stesicoro, 95124 Catania CT
 
 
 
Fonte: solobuonenotiziedallasicilia.tv