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15

Nov

La Tonnara di Favignana potrà tornare a pescare tonno

Nel 2019 le quote aumenteranno

Favignana - "Un buon 80 per cento del lavoro è stato fatto", dice Dario Cartabellotta, dirigente generale del Dipartimento della Pesca mediterranea della Regione siciliana. La tonnara trapanese, infatti, insieme a quella di Cala Vinagra di Carloforte in provincia di Carbonia Iglesias in Sardegna è tra quelle autorizzate dal Ministero delle Politiche Agricole, alimentari, forestali e del turismo a riprendere le attività per le quali sono state concepite: la caccia al tonno. Nino Castiglione per Favignana, e Tonnare Suclitane per Cala Vinagra, dunque, sono i due operatori che avranno il compito di riportare alle loro origini le due strutture, oggi invece solo un punto di attrazione turistica con musei annessi per la visione degli antichi strumenti e sede di eventi. "Se pensiamo che solo due anni fa la tonnara di Favignana stava per essere cancellata - dice Cartabellotta - quello di oggi è un risultato straordinario. La Tonnara, poi, è diventata un polo turistico; oggi viene riconosciuta ai fini della pesca, ma soprattutto potrà diventare un luogo importantissimo per la tutela e la salvaguardia di quel tratto di mare".

C'è stata un'interazione tra pubblico e privato, prima dell'arrivo del bando pubblico per l'individuazione del gestore della tonnara. E a gestirla torna un nome storico di Favignana, quella Nino Castiglione che tra il 1985 e il 1997 l'aveva già gestita, prima di cederla ad una cooperativa. "Una bellissima notizia - dice Filippo Amodeo, amministratore delegato della Nino Castiglione - adesso però è necessario capire quante quote saranno assegnate alla tonnara di Favignana". Già, la questione quote rimane un nodo abbastanza delicato da sciogliere. Nel 2019 le quote, dovrebbero aumentare sensibilmente. Ma solo l'8 per cento dovrebbe essere destinata alle sei tonnare italiane (5 in Sardegna e una in Sicilia): basterà questa piccola fetta di quantitativo di tonne per garantire il loro sostentamento economico? "Non abbiamo ancora fatto delle stime precise - dice Amodeo - ma dalle prime indicazioni per gestire al meglio la tonnara di Favignana occorreranno tra 600 e 700 mila euro l'anno. Al di sotto non ha senso mettere in mare le nostre barche". Anche perché, spiega Amodeo, la tonnara ha bisogno di strumenti adeguati che, in molti casi, devono essere acquistati nuovi.

"La questione quote sarà affrontata successivamente - dice Cartabellotta - Fino ad oggi non era nemmeno possibile fare la richiesta. Sappiamo che nel 2019 le quote aumenteranno. In ogni caso mi pare che la riapertura di questa tonnara che la riporta alla sua funzione originale, sia una svolta per l'economia dell'isola, ma non solo se pensiamo all'indotto che genererà. Ora tutti devono capire quanto sarà diverso mangiare un tonno rosso siciliano rispetto ad un tonno pinna gialla". Ma a proposito: i tonni al largo del mare di Favignana ci sono? "Altrochè - dice Amodeo - E' sufficiente leggere le cronache per scoprire quanti pescatorti vengono multati per pesca di tonno illegale".

 

 

 

 

 

 

Fonte: www.ragusanews.com