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05

Ott

Non solo normanno e liberty: l'itinerario contemporaneo di ottobre a Palermo

Vecchie officine e laboratori dismessi cambiano veste in occasione del festival "Le Vie dei Tesori": artisti internazionali invadono gli spazi con opere d'arte contemporanea

Aprono le porte atelier e studi di artisti che hanno scelto vecchie officine, laboratori dismessi e aree archeologiche dove lavorare: in occasione del festival "Le Vie dei Tesori" (a Palermo dal 4 ottobre al 3 novembre) nasce un "itinerario contemporaneo" curato dalla giornalista e critica d'arte Paola Nicita.

Sono in tutto cinque i luoghi interessati e sono visitabili durante la fascia oraria serale che va dalle 18 alle 22, fatta eccezione per le Officine Calderai che sono aperte dalle 10 alle 18.

L’ex laboratorio di scarpe dove si creano le ceramiche si trasforma in "Arèa". Uno spazio multidisciplinare che si affaccia su piazza Rivoluzione ideato dallo scultore Giovanni Lo Verso. Un luogo che da laboratorio artiginale di calzature si è trasformato in laboratorio d'arte. Uno spazio che coniuga il passato e il presente della storia della città, aprendosi alla sperimentazione e proseguendo la tradizione.

"Spazio Rivoluzione", nell'omonima piazza, prende forma ad opera dell'artista dal forte impegno di denuncia, Adalberto Abbate.

È possibile visitare la mostra collettiva "Fango" – le scelte sono sempre attente ad uno sguardo internazionale e ad un contenuto di denuncia sociale o politica – e nello stesso tempo, scoprire lo studio dell’artista, dove sono visibili i suoi lavori di scultura, pittura, fotografia, nel segno di un forte impegno di denuncia. Sul posto, lo stesso Adalberto Abbate racconta i motivi-guida della sua ricerca.

L'impronta contemporanea solca anche un sito archeologico, quello en plein air dipiazza delle XIII Vittime.

Due sculture archeologiche per rileggere la storia della città, “Engramma-San Giorgio” con le opere dell'artista palermitano Daniele Franzella e Clemens Botho Goldbach. Piazza Tredici vittime ripercorre alcune delle tappe più drammatiche della città di Palermo, dall'essere il più antico quartiere bizantino prima islamico poi, si trasforma in teatro di sangue durante la rivolta della Gancia  e poi in campo di guerra durante i bombardamenti del 1943 che colpirono la zona circostante.

"Fabbriche Sandron - Studio Pucci". Nell'edificio di quella che fu la casa editrice di Decio Sandron, fondata del 1839 e in attività fino al 1943, il salottino d'attesa del pianterreno trasuda di arte grazie all'idea del pittore Nicola Puccio che lo trasforma nella sua casa-studio dove le sue ispirazioni prendono vita come il gallo e la gallina che scorazzano liberamente tra le stanze della casa.

"Officine Calderai". Qui gli architetti Carolina Martinelli e Vittorio Venezia che si occupano di design indagano sul rapporto tra la tradizione e il sapere comune e così nel locale del defunto maestro-stagnino Nino Ciminna, nella via conosciuta a Palermo per la vendita di oggetti in metallo, immaginano uno spazio da dedicare all'arte.

Dopo aver esposto le loro sculture in metallo al museo Louvre di Parigi, al Maxxi di Roma, alla Triennale di Design a Milano, scelgono Palermo e le Vie dei Tesori come trampolio di lancio per l'apertura di un fututo museo del metallo.

«È in linea con lo spirito de "Le Vie dei Tesori" proporre un percorso che possa permettere degli approfondimenti - spiega Paola Nicita - che permettano di ragionare sulla visita e scopire meglio le opere dell'artista».

«C'è la possibilità di conoscere opere contemporanee di artisti locali e internazionali all'interno di luoghi della città ancora sconosciuti - continua - un esempio di ciò sono le installazioni all'interno del rispettivo sito archeologico di piazza delle XIII Vittime. In sostanza - conclude - la città rimanda all'opera e l'opera rimanda alla città».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: balarm.it