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Mar

Si chiama Kuva l'antica, e nuovissima, mandorla iblea

La mandorla tardiva coltivata sul Monte Lauro

Monterosso Almo - Meno nota della mandorla di Avola, ma autoctona e antichissima. Si chiama Kuva la mandorla iblea che Rossella Scollo coltiva a Monterosso Almo. Fioritura tardiva, la sua raccolta avviene tra la fine di settembre e ottobre, anzichè in luglio, la Kuva prende il sole estivo, il freddo dell'inverno, il che le permette di sviluppare i grassi, diventando una mandorla dolcissima. 

 

Ha vinto il primo premio alla Fiera agroalimentare del Mediterraneo, per la qualità del prodotto, la madorla di Rossella, che dopo una laurea in lingue, e anni di insegnamento in Australia, è tornata a Monterosso. 

La caratteristica che contraddistingue questa varietà è proprio la dolcezza vanigliata del seme e la ricchezza di oli che la rendono un prodotto pregiato nelle lavorazioni dolciarie e nelle diete alimentari.

Il mandorleto si trova a un'altitudine di quasi 700 metri dal livello del mare e a ridosso del monte Lauro ed è proprio questa miscela di terra vulcanica e aria montana che fa di questa mandorla un prodotto aromatico e ricco di oli contenenti Vitamina E e B.

L'azienda dispone attualmente di 7 ettari e, per l'anno in corso, raccoglierà 8 tonnellate; ma ha già in cantiere un ulteriore impianto di 11 ettari per soddisfare la crescente domanda dei propri partner commerciali.

La commercializzazione avviene in parte per via diretta, con confezioni da 150, 500 grammi e 1 kg presso i negozi di delicatessen, ma anche all'ingrosso. 
Il metodo tradizionale nella coltivazione di questa particolare mandorla, consiste nel ricavare il portinnesto dalla semina di tre mandorle amare da cui si sceglie, a germogliatura fatta, la piantina più resistente e forte, che diventerà il portinnesto della varietà desiderata

"I mandorli vengono coltivati secondo metodi biologici e biodinamici - spiega Scollo - attraverso la piantagione di leguminose, che fortificano il suolo, e il pascolo errante. Il terreno, essendo vulcanico e quindi ricco di minerali, non viene forzato chimicamente al fine di aumentare la produttività, ma lasciato al suo corso naturale di autogenerazione. La raccolta avviene, di solito, nella seconda decade di settembre e i metodi di raccolta sono semplicemente le nostre mani e un bastone che serve a scuotere gli alberi e a facilitare la caduta delle mandorle. A smallatura fatta, le mandorle vengono fatte asciugare esclusivamente al sole e poi schiacciate e messe sottovuoto".

 

 

 

 

 

Fonte: www.ragusanews.com