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19

Feb

Alla scoperta di Ciminna, il paese amato dai grandi registi

Il viaggio nei paesi siciliani ci porta oggi in un paesino che, un tempo, era chiamato “Palermu lu nicu“.

paesi siciliani riservano sempre grandi sorprese. Proprio quando si pensa di aver capito quasi tutto della Sicilia, ecco che spunta qualche nuova curiosità che fa del tutto cambiare prospettiva. Oggi facciamo tappa in una delle tante località che rientrano nella provincia di Palermo, per fermarci in luoghi resi iconici da un grande film italiano: Il Gattopardo. Prima di addentrarci sugli aspetti cinematografici, però, dobbiamo parlare un po’ di storia. Seguiteci alla scoperta di Ciminna

Storia e nome di Ciminna

Cominciamo subito dal nome. Un tempo questo paese era noto come “Palermu lu nicu“, perché nel 1600 la borghesia che vi abitava si circondava di ricchezza e sfarzo. Ne sono testimonianza le 18 chiese ancora presenti e le loro opere. La parola “Ciminna”, invece, deriverebbe dall’arabo soemìn, cioè “pingue” o “grasso”, in riferimento alla terra fertile. Questo toponimo compare per le prime volte in documenti scritti in greco del 1098, 1123 e 1176 che fanno riferimento a un centro abitato che con molta probabilità si trovava in contrada Cernuta e che, intorno al 1230, si spostò sull’attuale sito, in prossimità di un castello esistente sul colle Santa Anania. Nel Trecento, sotto la signoria di Matteo Sclafani, il paese venne citato come Terra, cioè “cittadina”. Intorno al 1490 il centro abitato si trovava in parte diroccato a causa delle frane, e ciò causò nel corso del ‘500 un notevole sviluppo edilizio verso occidente. Nell’Ottocento i ciminnesi parteciparono numerosi ai moti risorgimentali e antiborbonici. L’emigrazione degli inizi del Novecento portò ad un primo spopolamento del paese.

Luoghi di interesse

Molto interessante è la Chiesa Madre, dedicata a Santa Maria Maddalena, un vero gioiello d’arte con pregevoli stucchi nell’altare maggiore. Nel livello inferiore ci sono le statue dei 12 apostoli con al centro Maria Maddalena, mentre nella parte superiore domina la statua di Dio Padre. La suggestione è davvero unica, al punto che Luchino Visconti scelse questa chiesa per alcune scene de “Il Gattopardo“. Si narra che Visconti non resistette alla tentazione di portare via, come souvenir, alcune parti del tetto a cassettone. Per l’occasione il paese fu trasformato in set cinematografico; in piazza Matrice fu costruita la facciata del palazzo dei Salina, in cartapesta davanti alle abitazioni esistenti e numerosi furono gli abitanti coinvolti come comparse. Inoltre la chiesetta di San Vito venne utilizzata per girare una scena nel film Baarìa, di Giuseppe Tornatore. Da visitare anche la chiesa settecentesca di San Leonardo, chiamata San Francesco, progettata e costruita dall’architetto Paolo Amato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: siciliafan.it