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22

Mar

Da Palermo a Los Angeles per un sogno: storia di un giovane produttore cinematografico

Cresciuto in una famiglia di panificatori del capoluogo siciliano, Salvatore ha coltivato l’interesse verso la settima arte tra le mura di casa, soprattutto grazie a suo nonnoc

Una vita fatta di determinazione, perseveranza, tanti sogni e una forte passione per il cinema. Un amore innato che ha sempre occupato una parte fondamentale nella sua vita sin da quando era piccolo. Stiamo parlando del giovane e talentuoso produttore e montatore cinematografico palermitano Salvatore Sclafani, classe 1993.

Cresciuto in una famiglia di panificatori del capoluogo siciliano, Salvatore ha coltivato l’interesse verso la settima arte tra le mura di casa, soprattutto grazie a suo nonno, anche lui appassionato di cinema. Aveva preso parte a piccole figurazioni nel mondo del teatro e del cinema palermitano con Bibi Bianca.

«Mio nonno mi parlava di film e mi raccontava del cinema, quindi da quando ero piccolissimo, sono sempre stato affascinato. Però né io né lui avevamo nessun tipo di conoscenze particolari», racconta Salvatore.

Così, mosso dall’irrefrenabile voglia di iniziare a far parte di quel mondo, ha preso la decisione di frequentare la scuola del teatro Crystal di Mario Pupella a Palermo quando aveva solamente 14 anni. Da quel momento ha cominciato ad inserirsi nel settore come attore senza perdere di vista la sua passione per la regia che continuava a coltivare girando video amatoriali a casa.

Man mano che il tempo passava e il suo bagaglio di conoscenze in quel settore continuava a crescere, Salvatore ha iniziato a far parte di progetti più importanti. All’età di 15 anni, infatti, ha recitato nel film “Biagio” e nel cortometraggio “Convitto Falcone” di Pasquale Scimeca, per poi arrivare anche a recitare in un episodio dell’acclamata serie televisiva italiana “Don Matteo”.

Queste esperienze hanno permesso a Salvatore di crescere professionalmente e iniziare a spiccare il volo verso quello che, in realtà, era il suo sogno più grande: stare dietro la camera come regista.

Per questo motivo a 21 anni ha lasciato Palermo per studiare al Dams di Roma, città dove ha conosciuto la sua attuale compagna Paola, anche lei attrice e produttrice. Insieme hanno portato avanti la loro passione giungendo alla decisione di dare una svolta alle loro vite volando verso la terra dei sogni, dove tutto sembra possibile, ovvero gli Stati Uniti, nello specifico a Los Angeles, terreno fertile per chi, come loro, desidera far del cinema il proprio lavoro.

«Vivo a Los Angeles ormai da quasi 5 anni. La vita qui è diversa dalla Sicilia e dall’Italia in generale, ci sono pro e contro. Se hai bisogno di un lavoro nel campo del cinema, basta andare su Internet per cercare quello che desideri fare e ottieni subito una risposta, cosa che in Italia difficilmente succede», spiega.

Nonostante Los Angeles sia diventata ormai la sua seconda casa, Palermo fa sempre parte del suo cuore.

«Però continuo a lavorare saltuariamente in Sicilia - aggiunge -. Ho girato un cortometraggio chiamato “Don Gino”, finanziato dalla regione Sicilia due anni fa e ha vinto parecchi premi in Italia e all’estero. L’ho girato a Palermo con protagonista mio nonno. Volevo realizzare il suo sogno».

Ma non è finita qui. Salvatore ha in programma di raccontare la sua terra producendo, con la sua società dal nome “First Child”, un documentario sulla vinicoltura siciliana, con la regia di Niccolò Gentili. Anche questo documentario è finanziato dalla regione Sicilia e sarà girato questa estate in diversi luoghi dell’isola, tra cui Petrosino, Camporeale, Marsala, Cerasa, Alcamo, Poggioreale e molti altri. Nello specifico verrà portato sul grande schermo il racconto di vinicoltori che producono vino naturale senza pesticidi.

«Il mio amico Niccolò Gentili e Izabella Anna Moren - racconta - mi hanno approcciato con questa idea perchè Izabella è tedesca ma vive a Palermo da qualche anno. Insieme hanno conosciuto e apprezzato il vino naturale e hanno deciso di scoprire di cosa si tratta e di come viene realizzato in Sicilia. Quindi hanno pensato a questo progetto e io l’ho apprezzato tantissimo essendo siciliano perché è un modo per raccontare la nostra terra».

Salvatore, così, non abbandona la Sicilia, bensì unisce le sue origini con la sua passione per valorizzare la sua terra anche oltreoceano facendo conoscere i tesori che la nostra isola è in grado di regalare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: balarm.it