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21

Ott

Dieci mila litri di birra (artigianale) invadono Palermo: "Beer Bubbles" a Villa Filippina

Ha dovuto saltare un anno – come tutti - ma rieccolo più forte, intrigante, intenso, coinvolgente e pop, molto pop. Ed è molto, molto più assetato di prima. Torna il festival che è riuscito, con la birra artigianale, a unire persone, territori e tradizioni, Nord e Sud, Est e Ovest. Sicilia, Italia e resto del mondo.

"Beer Bubbles" è una famiglia, costruita in cinque anni, fatta di persone (la Bauhaus Ev.) che hanno deciso di raccontarsi attraverso un prodotto artigianale, con il coraggio di provarci; solo con testa, passione e ettolitri di cuore.

Dal 22 al 24 ottobre, un lungo weekend, cento personaggi del mondo brassicolo si confrontano con il pubblico; 10 mila litri di birra in 150 tipologie diverse, spillati a Villa Filippina (in piazza san Francesco di Paola a Palermo), in un’area molto ampia di 12 mila metri quadrati, sicura, leggera, dove ci si può muovere in sicurezza. 

Per annunciare alla città il Festival, gli organizzatori hanno anche realizzato un video spot con protagonista un pandino che gira per le via di Palermo, una sorta di video-parodia del più famoso spot Red Bull.

Arrivano i massimi esperti della birra artigianale, a partire ovviamente dal più conosciuto, Lorenzo Dabove, ovvero Kuaska, impareggiabile divulgatore birraio, oltre che poeta d’avanguardia, pronto a raccontare la “Craft Beer Revolution Italiana”, a svelare i segreti da guardare in trasparenza, dentro un bicchiere: perché ogni birra possiede profumi e sapori impercettibili, diversi, indimenticabili.

E con Kuaska sono presenti il giornalista pisano Simone Cantoni e Andrea Camaschella, redattore di Fermento Birra Magazine, insieme per condurre gli amatissimi workshop di Beer Bubbles.

Un’intera area di Villa Filippina è dedicata a degustazioni ed abbinamenti, un gioco di affinità e contrasti per coloro a cui piace sperimentare. Si spazia dalle birre di facile bevuta, come la Session IPA che, per un amante della birra, può essere paragonate al tè per gli inglesi; alle birre che o si odiano o si amano, come le Sour o le Wild, passando dalle IGA - Italian Grape Ale, addirittura ponte tra l’universo della birra e quello del vino.

Chi saranno i birrifici si saprà presto, ma intanto è sicuro che non mancheranno due nomi del settore, la classe del ’96, la storia della birra artigianale italiana: Agostino Arioli e Giampaolo Sangiorgi, geni ribelli che con Birrificio Italiano e Birrificio Lambrate hanno dato per primi filo da torcere alle multinazionali della birra industriale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: balarm.it