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29

Set

Il festival più "assetato" di Palermo: Beer Bubbles porta la birra artigianale a Villa Filippina

Ha dovuto saltare un anno – come tutti - ma rieccolo più forte, intrigante, intenso, coinvolgente e pop, ,olto pop. Ed è molto, molto più assetato di prima. Di birra, di conoscenza, di cultura brassicola.

Torna il festival che è riuscito, con la birra artigianale, a unire persone, territori e tradizioni, Nord e Sud, Est e Ovest. Sicilia, Italia e resto del mondo.

Beer Bubbles è una famiglia, costruita in cinque anni, fatta di persone che hanno deciso di raccontarsi attraverso un prodotto artigianale, con il coraggio di provarci; solo con testa, passione e ettolitri di cuore.

Dal 22 al 24 ottobre, un lungo weekend, cento personaggi del mondo brassicolo si confrontano con il pubblico; 10 mila litri di birra in 150 tipologie diverse, spillati a Villa Filippina (piazza san Francesco di Paola), a Palermo, in un’area molto ampia di 12 mila metri quadrati, sicura, leggera, dove ci si può muovere in sicurezza.

Arrivano i massimi esperti della birra artigianale, a partire ovviamente dal più conosciuto, Lorenzo Dabove, ovvero Kuaska, impareggiabile divulgatore birraio, oltre che poeta d’avanguardia, pronto a raccontare la “Craft Beer Revolution Italiana”, a svelare i segreti da guardare in trasparenza, dentro un bicchiere: perché ogni birra possiede profumi e sapori impercettibili, diversi, indimenticabili.

E con Kuaska sono presenti il giornalista pisano Simone Cantoni e Andrea Camaschella, redattore di Fermento Birra Magazine, insieme per condurre gli amatissimi workshop di Beer Bubbles.

Un’intera area di Villa Filippina è dedicata a degustazioni ed abbinamenti, un gioco di affinità e contrasti per coloro a cui piace sperimentare. Si spazia dalle birre di facile bevuta, come la Session IPA che, per un amante della birra, può essere paragonate al tè per gli inglesi; alle birre che o si odiano o si amano, come le Sour o le Wild, passando dalle IGA - Italian Grape Ale, addirittura ponte tra l’universo della birra e quello del vino.

Chi saranno i birrifici si saprà presto, ma intanto è sicuro che non mancheranno due nomi del settore, la classe del ’96, la storia della birra artigianale italiana: Agostino Arioli e Giampaolo Sangiorgi, geni ribelli che con Birrificio Italiano e Birrificio Lambrate hanno dato per primi filo da torcere alle multinazionali della birra industriale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: balarm.it