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26

Ago

Il mare delle Egadi restituisce tesori: recuperati altri due rostri

Diventano così 25 i rostri individuati nel sito della celebre Battaglia delle Egadi.

Il mare siciliano è il migliore custode di reperti storici. La Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, diretta da Valeria Li Vigni, ha effettuato il recupero dei rostri cosiddetti 21 e 22 al largo delle Isole Egadi. Proprio quest’ultimo rostro, verosimilmente punico, era stato già individuato da Sebastiano Tusa. Diventano così venticinque il numero dei rostri ad oggi individuati nello specchio d’acqua che ha visto svolgersi la famosa battaglia delle Egadi del 241 a. C.

Prosegue con successo la collaborazione con le organizzazioni internazionali alla ricerca di testimonianze che documentano la presenza di reperti sui fondali marini. L’attività della SopMare continua ad arricchire il mosaico dei ritrovamenti archeologici siciliani in una stagione di grande fermento ed entusiasmo per i risultati conseguiti. Il recupero nel mare delle Egadi, come anche la documentazione del carico del relitto che si trova a 90 metri di profondità, è stato effettuato con l’utilizzo della Hercules. La nave di ricerca e indagine oceanografica della RPM Nautical Foundation, organizzazione statunitense no-profit nata con lo scopo di sviluppare la ricerca archeologica subacquea, è al fianco della Regione Siciliana nella ricerca in mare. 

Il delicato e impegnativo lavoro subacqueo è stato realizzato con la collaborazione degli specialisti italiani di immersioni profonde della SDSS. La catalogazione, sulla base dei filmati subacquei, ha inoltre mostrato nel relitto profondo individuato da qualche giorno nell’area limitrofa, la presenza di differenti tipologie di anfore a testimonianza del trasporto di diversi prodotti: Vino, garum – una salsa liquida di interiora di pesce e pesce salato che gli antichi romani aggiungevano come condimento a molti piatti -, grano. I due rostri, collocati dopo il recupero nell’area della SopMare all’interno dello Stabilimento Florio di Favignana, una volta che saranno desalinizzati e restaurati, verranno esposti al Museo nell’area dedicata alla Battaglia delle Egadi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: siciliafan.it