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05

Mar

La festa di San Giuseppe e piatti della tradizione a Scicli

Il dolce e il salato

Scicli - In occasione della Festa di San Giuseppe a Scicli si celebra il Santo con la famosa Cavalcata di San Giuseppe, che rievoca la Fuga in Egitto, narrata dal Vangelo ma non mancano i piatti tipici della festa che vengono consumati durante le cosi dette Cene di San Giuseppe.

La Cavalcata di San Giuseppe di Scicli, insieme alla festa della Madonna delle Milizie e al Cristo Risorto, più comunemente conosciuto con il nome di Gioia di Pasqua, è una delle feste di primavera che animano il comune ibleo tra marzo e maggio. Generalmente la Cavalcata, parte dalla Chiesa di San Giuseppe, proseguendo con la processione di cavalli e cavalieri che sfilano per le vie della città.

I figuranti che rappresentano San Giuseppe, la Vergine Maria e Gesù bambino guidano il corteo che sfila per vari quartieri in cui vengono allestiti dei falò, fuochi detti Pagghiari, dove i cavalieri e la gente al passaggio della cavalcata accendono dei fasci di stoppie dette ciaccàre. Il fuoco dei falò e delle “ciaccare” faceva luce al passaggio della Sacra Famiglia e simboleggiava il risveglio della vita che rinasce con la primavera. Oggi non è più possibile accendere falò, solo alcuni quartieri riescono a conservare la tradizione, in altri i cittadini si sono attrezzati con bracieri e barbecue.

I cavalli sono bardati con manti realizzati con le violacciocche, detto bàlicu, e gigli selvatici (spatulidda). I manti, frutto di un lavoro certosino, sono realizzati interamente a mano, (nelle settimane precedenti). Rappresentano delle scene religiose o simboli della città (leone rampante, stemma, San Giuseppe, Gesù, la croce…). I cavalieri sui cavalli bardati sono vestiti con il tradizionale abito della cultura contadina siciliana: pantaloni di velluto nero, gilet dello stesso colore, camicia bianca e stivali neri. In testa indossano il classico copricapo. Al collo legano un fazzoletto rosso, mentre alla vinta portano una fascia colorata che penzola. Durante la festa, per manifestare la loro devozione nei confronti a San Giuseppe, sono soliti urlare: «Patrià, Patrià, Patriaaaarca!»

I piatti della tradizione della festa di San Giuseppe

Nella stessa serata del giorno della festa in onore del Santo, era usanza , preparare su un altare disposto davanti al Sagrato della Chiesa di San Giuseppe, una cena con i doni portati dai fedeli. Doni in natura, che successivamente venivano messi all’asta. Tradizione che tutt’oggi ancora si conserva e che viene ripetuta ogni anno durante le cene di San Giuseppe.

Come ogni festa che si rispetti, naturalmente, anche in questo caso si passa dalla tavola, intesa come momento conviviale e di unione. In alcune zone della Sicilia, come a Palermo è usanza preparare le zeppole di San Giuseppe o le sfince. Un dolce ricco, decorato, abbondante. La crema di ricotta è soffice e viene accolta dalla pasta fritta della sfincia.

Nella zona di Catania è usanza preparare la pasta con il macco di fave. A Butera, sono famosi gli spaghetti con il miele. Una cosa che accomuna molte delle zone della Sicilia è la preparazione del pane di San Giuseppe.

Esistono diverse tipologie di pani di San Giuseppe, che vengono realizzati con forme particolari e strettamente connesse alla festa, come quella del bastone di San Giuseppe con il giglio.

E a Scicli cosa si mangia per la festa di San Giuseppe?

Ascicli, immancabile sull’altare o cena di San Giuseppe è u cucciddatu. U cucciddatu scaniatu era realizzato, anticamente con la pasta di pane che avanzava dalla panificazione settimanale alla quale veniva aggiunto lo strutto. Veniva “scaniato”(impastato) a mano, insieme al formaggio grattugiato e al pepe nero. Un piatto povero al quale a mano a mano negli anni si è aggiunta dapprima la ricotta vaccina e successivamente è stato arricchito con della salsiccia.

Solitamente u cucciddatu, ha una forma a ciambella dal diametro di circa 20 centimetri e dal peso di 250 grammi. Ed esistono le varianti semplici con il formaggio e il pepe nero o con la ricotta e salssiccia. Una verà bontà gastronomica che però è facile trovare durante tutto l’anno nei panifici del paese.

Il dolce di San Giuseppe di Scicli

Se la testa di Turco, il grande bignè farcito di crema o ricotta è legato alla festa della Madonna delle Milizie, è il Mustacciolo o mustazzolo è il dolce tipico legato alla festa di San Giuseppe che si prepara con il vino cotto.

U’ Mustazzolu è un dolce tipicamente natalizio di Scicli, ottenuto dall’impasto di farina e il vino cotto. Ma la farina potrebbe anche essere impastata con del miele, come si fa nella variante del Mustazzolu modicano. Inoltre c’è chi sfrutta un decotto di carrube come succedaneo di prodotti più cari, a conferma del fatto che il mostacciolo siciliano nasceva come “energizzante” per i contadini.

Il Mostacciolo più diffuso e conosciuto è quello preparato con il vino cotto. Questo si porta in ebollizione in una grande pentola, nella quale si versa, della semola di grano duro. Mescolando il vino cotto alla semola, si ottiene un impasto. Da questo impasto, opportunamente lavorato, si ricavano dei cilindretti di pasta che vengono infornati e successivamente riempiti con mandorle, zucchero e cotognata. Solitamente nelle famiglie di Scicli, si faceva a gara per confezionare i mustaccioli più buoni e più ricchi (di condimenti) ma a quanto pare i più buoni erano i mustaccioli della signora Zudda, molto devota al Santo, che andavano a ruba durante la Cena di San Giuseppe. Nella vicina borgata di Donnlaucata è tradizione recente, festeggiare San Giuseppe con la tradizionale cavalcata di San Giuseppe sempre con i manti bardati che però si svolge con una settimana di anticipo rispetto a quella di Scicli.

In concomitanza alla Cavalcata di San Giuseppe nel borgo di Donnalucata, ogni anno si svolge la Sagra della Seppia. La seppia pescata dai pescatori del luogo viene cucinata e servita in vari modi. Seppia in umido, seppia arrostita, ripiena e ad insalata. Immancabili poi gli spaghetti al nero di seppie e i famosi arancini neri, conditi con la seppia. La regina della festa di San Giuseppe a tavola, rimane però la impanata di seppie, una scaccia a forma circolare o a semiluna con dentro le seppie. Non mancano poi ogni anno le novità degli Chef che si ispirano al prelibato mollusco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: ragusanews.com