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Giu

La Rappresentante di Lista sceglie piazza Pretoria: "Diva", il video girato a Palermo

Il nuovo singolo di Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina è una riflessione sulla bellezza fuori dagli schemi e sulla fragilità che la figura topica della diva rappresenta

"La Rappresentante di Lista", progetto fondato dalla cantante Veronica Lucchesi e dal polistrumentista Dario Mangiaracina, torna con un nuovo brano dal titolo "Diva".

Fontana Pretoria (o della Vergogna), dell'omonima piazza nel cuore del centro storico di Palermo fa da scenografia al nuovo singolo che segue il successo di “Ciao Ciao”, il brano presentato al Festival di Sanremo e già certificato doppio Disco di Platino.

«Io sono una diva, o non sono più niente». Il brano è stato scritto durante una session contestualmente al singolo sanremese ed è un invito per tutte e tutti a sentirsi dive e divi, all’accettazione di sé e all’autodeterminazione.

Ciascuno di noi ha la possibilità di sviluppare il percorso personale che desidera, di inseguire i propri sogni, e ha il diritto di non essere ferito e attaccato per le proprie scelte e per le proprie fragilità («non mi stressare, non mi dire niente, non farmi male perché sono fragile»).

Quello di "Diva" è quindi un messaggio di inclusività e rispetto per le diversità, come sempre è accaduto nella produzione e nella storia de La Rappresentate di Lista.

La libertà è la condizione che dobbiamo conquistare per far fiorire la “diva” che custodiamo: solo tacendo le voci feroci del giudizio, che spesso provengono proprio da noi stessi, si può raggiungere la vera emancipazione. Si tratta di un processo complesso e le conquiste sono spesso fragili, a rischio, parte di un discorso molto intimo e delicato.

Il nuovo singolo è una riflessione sulla bellezza fuori dagli schemi e sulla fragilità che la figura topica della diva rappresenta.

Nella cover il volto neoclassico di una statua (che riprende ancora l’estetica della copertina di “Ciao Ciao”) viene deturpato simbolicamente dal titolo del brano. I riferimenti sono le scritte sulle braccia di Curtney Love che si automarchiava come bitch o ancora come witch.

"Diva" è quindi un memorandum della tragicità – a volte - del divismo, basti pensare a Amy Winehouse o a Maria Callas, e al gusto per il trainwreck, il piacere malsano per i fallimenti di una star (fenomeno raccontato con lucidità da "Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano” di Jude Ellison S. Doyle).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: Balarm.it