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La rivoluzione culturale in un metro quadro: a Palermo un'edicola si trasforma in atelier

È uno spazio piccolo, anzi piccolissimo, di un metro e venti per l'esattezza, in pieno centro storico: ha colpito e conquistato un gruppo di artisti che vogliono farlo rinascere

"Eravamo quattro artisti in edicola che volevano cambiare il mondo". Gino Paoli ci perdonerà questa semi citazione, ma l'immagine che viene in mente ascoltando questo racconto è proprio questa, profuma di altri tempi, di quando il cellulare e il web non esistevano e si scendeva in piazza a cercare un confronto, quando dalle relazioni e dal dialogo nascevano idee e progetti.

A Palermo c'è uno spazio piccolo, anzi piccolissimo, di un metro e venti per l'esattezza, in pieno centro storico a tre passi da piazza Vigliena, conosciuta come Quattro Canti di città, che ha attirato l'attenzione di un gruppo di artisti che adesso lo usano per eventi culturali che hanno a che fare con l'editoria indipendente sfruttando anche la piazzetta dove c'è l'ingresso laterale della chiesa San Giuseppe dei Teatini.

Lo spazio è, anzi fu, una microscopica edicola di colore verde tempera chiusa a causa della crisi della carta stampata già da un decennio, grazie ad un bando per l'affidamento dei chioschi in disuso in città, l'attenzione di un gruppo di artisti fu attirata da questo minuscolo spazio in elenco per essere affidato visto che è di proprietà comunale. Questo gruppetto riceve l'autorizzazione ad utilizzarlo in occasione di Bam (Biennale Arcipelago Mediterraneo).

«Lo abbiamo utilizzato come scambio di testi digitalizzati su femminismo, arte e politica e vorremmo farlo ancora».

A questo appuntamento ne sono seguiti altri: «Vogliamo organizzare eventi che abbiano a che fare con l'arte ma con l'inclinazione verso il mondo dell'editoria per preservare l'anima e la memoria di questo luogo che era un'edicola.

Gli appuntamenti che sono susseguiti hanno avuto questo impulso, abbiamo presentato la rivista storica da poco in ristampa Cyberzone, tra poco ce ne saranno altri due uno su una collezione di fanzine anni 80-90 (pubblicazioni indipendenti, fotocopiate ed economiche, ndr) e un altro su una rivista palermitana degli anni '60 che si chiamava Collage di arte e musica».

Lo spazio è aperto alla condivisione nell'intento di aprire a energie e nuova linfa per tenere vivo quel luogo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: Balarm.it