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Mag

Tante stanze quanti i giorni dell'anno: dove si trova il castello più "ricercato" di Sicilia

Dalla sua posizione si gode di una vista spettacolare ma del castello oggi restano soltanto dei ruderi e una leggenda, con tre donne protagoniste. Ecco dove si trova

Nel cuore della Sicilia sorge un antico borgo ricco di storia, cultura e tradizioni: Pitra in gallo-italico o Petrapirzia in siciliano.

Pietraperzia è un piccolo comune di circa 7000 abitanti in provincia di Enna.

Il nome Pietraperzia deriva dal dialetto siciliano petri pirciati, che significa "pietre forate" e probabilmente deriva dalla presenza, su tutto il territorio, di numerose rocce perforate e tombe a grotticella di epoca pre-ellenica scavate nelle pendici della roccia sulla quale sorge la città.

Il suo nome si deve ai Romani e la sua prosperità si deve alla nobile famiglia Barresi. Anticamente si chiamava Petra ed era popolata dai Sicani che controllavano il fiume Himera inferiore – oggi Salso – dalla sua porta di ingresso costituita da Sabucina e Capodarso su cui la città domina come una fortezza.

Dopo i Sicani anche Siculi, Greci, Romani hanno abitato il territorio pietrino lasciando segni del loro passaggio. L'epoca d’oro di Pietraperzia però è stata quella del sedicesimo secolo quando i Barresi, baroni della città, diventarono prima marchesi con Matteo III Barresi, fondatore di Barrafranca (1529), e poi principi con Pietro Barresi (1564).

II Castello di Pietraperzia, costruito dai Normanni tra il 1067 e il 1091, sorge su una rupe calcarea ed è collocato a 549 metri sul livello del mare, è stata l’abitazione dei Principi Barresi e diventò ritrovo preferito di gente amante di cultura e politica.

Oggi del Castello non restano che ruderi, però rappresenta ancora il monumento più noto e più ricercato di Pietraperzia e

Per i Barresi, lo scultore palermitano Antonello Gaggini realizzò nel 1523 i sarcofagi marmorei custoditi nella navata sinistra della chiesa di Santa Maria Maggiore di Pietraperzia e nel 1527 alcuni preziosi manufatti marmorei per il Castello.

Una particolarità di Pietraperzia è che ancora oggi vi abita una famiglia nobiliare, quella del Barone Tortorici, che vanta numerosi possedimenti nel centro abitato e nelle campagne pietrine, tra cui il bellissimo palazzo su Piazza Matteotti, Palazzo Tortorici, appunto, in stile gotico, progettato dall’architetto Basile e costruito verso la fine del 1880 utilizzando la pietra arenaria rossa.

Pietraperzia, oltre ad essere ricca di affascinanti architetture religiose e civili, è anche ricca di miti leggende.

Tra queste riveste una grande importanza la leggenda del Santuario della Madonna della Cava, che si trova poco distante nell'omonima contrada di campagna e che merita di essere visitato. Si racconta che la contrada Cava prese nome dal leggendario ritrovamento in una cava dell’immagine della Madonna, dipinta su una lastra di pietra arenaria, da parte di un muto trapanese, prima del 1223.

Proprio nell’istante del ritrovamento, il muto riacquistò la parola lodando ad alta voce Maria. La notizia della scoperta miracolosa si sparse velocemente e una folla andò in processione, accompagnata dai sacerdoti, per venerare l'immagine.

Una volta arrivata alla Cava, la folla tentò di trasportare l'immagine nella cattedrale del vicino paese ma non fu possibile perché appena cominciava a camminare, la lapide si rompeva frantumandosi e riacquistava subito la sua integrità quando la folla si fermava.

Questo prodigio avvenne più volte e ricordò che la Vergine aveva chiesto di essere patrona di Pietraperzia, tutti capirono che in quello stesso luogo doveva essere costruita una nuova chiesa.

Così in breve tempo nacque il Santuario di Maria Santissima della Cava che da allora si trova incassato in una grotta ai piedi della collina.

L’immagine della Madonna, opera di antichi artisti, è collocata su un trono artisticamente intagliato in legno di cipresso e decorato con oro zecchino; di rilievo artistico sono il piedistallo in alabastro dello scultore Gaggini e gli stucchi dell’artista Fantauzzo.

Altra leggenda è quella legata al Castello. L’edificio in origine comprendeva un’area di circa 20.000 m 2 e le mura si estendevano per 1.150 m e in alcuni punti raggiungevano oltre 4 m. Lungo le mura si elevavano diverse torri e bastioni di cui non è rimasta traccia, ad eccezione dei resti di un torrione merlato detto “Corona del Re” e della Torre quadrangolare dell’ingresso, nonché di alcuni bastioni a sud e a nord.

Una leggenda narra che le stanze del castello fossero 365 come i giorni dell’anno, elevate su 4 piani come le stagioni dell’anno, e con 12 torri tanti quanti sono i mesi.

Un giorno tre donne, spinte dalla curiosità e dalla speranza di trovare qualche oggetto di valore, scesero nei sotterranei del castello e iniziarono a camminare ma, per non smarrire la via d’ingresso, si portarono dietro uno spago. Iniziò così una strana processione: ognuna delle tre donne teneva lo spago in una mano e nell’altra una candela e andavano avanti di stanza in stanza.

La curiosità però giocò loro un brutto scherzo: una di loro, infatti, attratta da qualcosa, probabilmente un luccichio, inavvertitamente finì per bruciare lo spago e rimasero per sempre sepolte nei sotterranei.

Pare che la storia di queste tre donne sfortunate fosse un fatto realmente accaduto durante il regno di Federico II di Svevia (1194-1250).

Altra leggenda della comunità pietrina è quella legata allo scambio delle statue di due Santi: Sant’Alessandro, patrono di Barrafranca (EN) e San Rocco compatrono di Pietraperzia (EN).

La leggenda vuole, infatti, che la statua di Sant’Alessandro si trovasse a Pietraperzia e quella di San Rocco a Barrafranca. A causa di una forte siccità, le due comunità decisero di fare un pellegrinaggio alla Madonna della Cava, portandovi in processione le statue di san Rocco e di Sant’Alessandro. E così ebbero un’abbondante pioggia.

Nella confusione che seguì al ritorno, i pietrini, per sbaglio, portarono a casa San Rocco e i barresi Sant’Alessandro, scambiando così per sempre le due statue. Non è un caso che i barresi mostrino nei confronti di San Rocco una grande devozione, recandosi ogni anno il 16 agosto, giorno in cui si festeggia il Santo, nella vicina Pietraperzia.

È possibile raggiungere Pietraperzia in auto da Enna: prendere SP29 in direzione SS 117bis; continuare per SP122, SS626 e raccordo di Pietraperzia.

Da Palermo: prendere E90 fino a Scillato; imboccare SP24 e SS120 in direzione A19; prendere l’uscita per Caltanissetta e proseguire per SS626; uscire a Pietraperzia.

Da Catania: imboccare A19 in direzione Palermo-Catania; uscire a Caltanissetta e proseguire per SS626.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: balarm.it