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28

Feb

Un tuffo nel passato tra cunicoli e pozzi: visite guidate alle antiche Fornaci di Palermo

Una diramazione di cunicoli sotterranei, macchinari, vasche e pozzi in cui a Palermo veniva lavorata la calce nel dopoguerra: le antiche Fornaci Maiorana tornano visitabili

Un luogo molto suggestivo, ricco di storia e di ricordi legati alla città di Palermo: si tratta delle antiche Fornaci Maiorana, un raro e prezioso esempio di archeologia industriale.

Un complesso preindustriale, realizzato nel 1945 dalla famiglia Maiorana, e costituito da un frantoio per la produzione di inerti (pietrisco, ghiaietto e sabbia) e da due fornaciutilizzate per la produzione di calce viva, materiale che nel dopoguerra era molto usato per costruire le case e le abitazioni.

L’impianto si articola su tre livelli, compreso un’ampia parte ipogea, e fu realizzato inquell'area denominata feudo Barca (che fin dal 1799 era stata di proprietà del principe di Belmonte, nei pressi del quartiere Acquasanta, alle falde di Monte Pellegrino) su un’area di circa 3.000 metri quadri.

Ubicata sopra una pirriera, cioè una cava di calcarenite dalla quale fin dal ‘700 veniva estratto il materiale da costruzione, la fornace con la sua attività produttiva avviata da Sebastiano Maiorana è rimasta attiva e in funzione fino al 1968, quando si svilupparono nuove tecniche industriali che soppiantarono la fabbrica.

Una fitta diramazione di cunicoli sotterranei, percorsi da binari sui quali scorrevano i carrelli metallici che trasportavano il materiale, caratterizzano questa struttura in parte fuori terra: il calcare veniva estratto dalle falde del Monte Pellegrino, rotto in piccoli pezzi e trasportato nella fabbrica tramite carretti trainati da cavalli.

Poi il calcare veniva immesso nelle fornaci alimentate con legna proveniente dal bosco della Ficuzza. Durante la cottura il calcare, consolidato in blocchi, veniva spinto con lunghe aste fino al fondo delle fornaci dove, trasformato in calce, era raccolto dai carrelli, ancora oggi visibili, e portato in superficie tramite elevatori.

Grazie agli eredi della famiglia Maiorana, che hanno salvato le fornaci da sicuro degrado e distruzione con numerosi interventi di restauro, oggi è possibile visitare questi luoghi e vedere dal vivo i macchinari, le fornaci, le vasche, i cunicoli, i pozzi e gli attrezzi degli operai ancora oggi intatti.

Fanno parte del complesso anche il palazzo padronale a due elevazioni, un magazzino, le stalle per i cavalli, un frantoio e un silos per i materiali inerti. Numerose sono state infatti le iniziative portate avanti dagli eredi Maiorana volte alla conservazione, fruizione e valorizzazione di questo luogo che rappresenta una testimonianza storica di una delle attività produttive più significative della città di Palermo.

La famiglia Maiorana ha inoltre costituito l'associazione culturale "Antiche Fornaci Maiorana Ets" finalizzata alla valorizzazione del complesso industriale e al tempo stesso con la più ampia ambizione di promuovere e valorizzare l'archeologia industriale in Sicilia.

«L'Associazione - spiega la famiglia Maiorana - nasce con l'intento di organizzare e realizzare diverse attività, anche di carattere scientifico e divulgativo, partendo dal presupposto fondamentale che l'archeologia industriale costituisce un tassello fondamentale della nostra storia, nonché un campo di indagine innovativo e necessario per la conoscenza e la comprensione di quegli importanti processi produttivi, ormai sostituiti dalle nuove tecnologie, che furono protagonisti delle nostre realtà industriali e quindi della nostra economia fino alla seconda metà del Novecento».

Le visite guidate si effettuano solo su prenotazione, per gruppi di minimo 15 persone, con un ticket d’ingresso del costo di 5 euro a persona. L’ingresso è gratuito per gli insegnanti.

Per prenotare potete contattare il numero telefonico 327 6678054.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: Balarm.it